Il libro che vorrei proporre è “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa. Si tratta di un romanzo storico che interpreta, in chiave umana e sociale, le vicende della Sicilia Post unitaria. L’apparente non attualità dell’opera, visto che racconta una storia ambientata nella seconda metà dell’800 e il libro è stato pubblicato nel 1958, è immediatamente smentita dai contenuti che, al di là della trama in sé, danno uno spaccato di vita quotidiana di uomini, appartenenti alla bassa nobiltà, che cercano di adattarsi ad un nuovo sistema, che non è il loro ma che, loro malgrado, sono costretti a vivere. In questo senso si muove la riflessione che intendo fare su questo capolavoro: in un momento di precarietà intellettuale come quello tipico del nostro tempo non dobbiamo mai pensare di prendere il nostro passato e buttarlo via tutto assieme, in blocco. Questo perché una delle caratteristiche della nostra società è proprio la velocità con cui accadono certi avvenimenti. Il passato è nostro, di ognuno di noi. Noi siamo la “società”. Abbiamo il dovere di imparare dal passato, o per imitarlo o per dimenticarlo. Ma mai dobbiamo disfarcene.
Concludo il concetto con una delle frasi più celebri dell’opera, che da il senso di come il rapporto tra passato e presente,storia e attualità sia intrinseca e ineludibile nella natura dell’uomo sociale : “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.

Consigliato da Nicola

Buona Lettura

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