I pettegolezzi delle donne
Giugno 2006 – Ultima delle sedici commedie nuove, “I pettegolezzi delle donne” fu scritta in pochissimi giorni, e destinata al pubblico popolare della serata di chiusura del Carnevale, il 23 gennaio 1751. La commedia suscitò un tale entusiasmo nei veneziani, tanto che dopo la rappresentazione essi portarono in trionfo Carlo Goldoni.
È la vigilia delle nozze tra Beppo e Cecchina, ma l’atmosfera festosa è turbata dalla volgare loquacità delle comari Catte e Sgualda, tanto che paron Toni, padre della sposa, è costretto a scacciarle. Subito Sgualda si prende la rivincita, spiattellando la notizia che Cecchina non è figlia legittima di Toni. La voce gira di bocca in bocca, anche tramite la sarta Anzoletta e le due dame Beatrice ed Eleonora, fino a giungere alle orecchie di Beppo, che non sa che pesci pigliare. Questi, seppur imbarazzato, ribadisce il suo amore, ma avverte la fidanzata del pettegolezzo che potrebbe compromettere il matrimonio.
Cecchina allora si decide a far chiarezza per capire da dove viene questa voce. Nel frattempo, dopo lunga assenza, giunge in città il ricco mercante Ottavio, che attribuisce la paternità di Cecchina al barbuto venditore di fagioli, Musa, il che genera una nuova ondata di pettegolezzi.
Nel ritmo incalzante della vicenda, incappa suo malgrado anche lo squattrinato Lelio Ardenti, che tenta inutilmente di conquistare Beatrice ed Eleonora.
Beppo viene messo al corrente delle vere origini di Cecchina e a malincuore considera sciolta la promessa di matrimonio. La vicenda sembra volgere al peggio, ma il lieto fine è assicurato.

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